Calo della proteinuria e della pressione sanguigna: moderata restrizione di sodio con la dieta aggiunta ad ACE inibitore rispetto a doppio blocco
Uno studio randomizzato controllato, multicentrico e crossover, condotto in ambulatori clinici olandesi ha confrontato gli effetti su proteinuria e pressione sanguigna dell'aggiunta di restrizione alimentare di sodio o blocco del recettore dell'angiotensina ( sartano ) alla massima dose, o la loro combinazione, in pazienti con nefropatia non-diabetica già in trattamento con inibizione del l'enzima che converte l'angiotensina ( ACE inibitore ) alla massima dose.
Sono stati coinvolti 52 pazienti con nefropatia non-diabetica.
Tutti i pazienti sono stati trattati nel corso di 4 periodi di 6 settimane, in ordine casuale, con bloccante del recettore dell'angiotensina ( Valsartan 320 mg/giorno; Tareg ) oppure placebo, ciascuno combinato consecutivamente con dieta a basso contenuto di sodio ( target 50 mmol Na(+)/die ) e dieta con sodio regolare ( target 200 mmol Na(+)/die ), con un trattamento preesistente di ACE inibizione ( Lisinopril 40 mg/die; Zestril ) per tutta la durata dello studio.
Gli interventi farmacologici sono stati effettuati in doppio cieco, quelli alimentari in aperto. L'esito primario era la proteinuria, quello secondario la pressione sanguigna.
L'escrezione urinaria media di sodio, una misura dell'assunzione alimentare di sodio, è stata pari a 106 mmol Na(+)/die durante la dieta iposodica e 184 mmol Na(+)/die durante il regime a contenuto normale di sodio ( P inferiore a 0.001 ).
La media geometrica di proteinuria residua è stata pari a 1.68 g/die durate l'ACE inibizione più dieta a contenuto di sodio regolare.
L'aggiunta del blocco del recettore dell'angiotensina all'ACE inibitore ha ridotto la proteinuria a 1.44 g/die ( P=0.003 ), l'aggiunta di una dieta iposodica l'ha ridotta a 0.85 g/die ( P inferiore a 0.001 ) e l'aggiunta del sartano più dieta iposodica l'ha ridotta a 0.67 g/die ( P inferiore a 0.001 ).
La riduzione della proteinuria legata all'aggiunta di una dieta iposodica all'ACE inibizione ( 51% ) è risultata significativamente più ampia ( P inferiore a 0.001 ) rispetto alla riduzione correlata all'aggiunta di blocco del recettore dell'angiotensina all'ACE inibitore ( 21% ) ed è risultata paragonabile ( P=0.009, non-significativo dopo correzione di Bonferroni ) alla riduzione ottenuta con l'aggiunta di antagonista del recettore dell'angiotensina e dieta iposodica all'ACE inibitore ( 62% ).
La pressione sistolica media è stata di 134 mmHg con ACE inibizione più dieta a contenuto normale di sodio.
Tale valore non è cambiato in modo significativo con l'aggiunta di blocco del recettore dell'angiotensina ( 131 mmHg; P=0.12 ) ma si è ridotto con l'aggiunta di una dieta iposodica ( 123 mmHg; P inferiore a 0.001 ) e blocco del recettore dell'angiotensina più dieta iposodica ( 121 mmHg; P inferiore a 0.001 ) all'ACE inibitore.
La riduzione della pressione sanguigna sistolica con l'aggiunta di dieta iposodica ( 7% ) è risultata significativamente più ampia ( P=0.003 ) della riduzione ottenuta dall'aggiunta di blocco del recettore dell'angiotensina ( 2% ) e simile ( P=0.14 ) a quella ottenuta con l'aggiunta di blocco del recettore dell'angiotensina e dieta iposodica ( 9% ) all'ACE inibizione.
In conclusione, la restrizione alimentare di sodio a un livello raccomandato dalle linee guida è risultata più efficace per la riduzione di proteinuria e pressione sanguigna nella nefropatia non-diabetica.
Queste osservazioni supportano lo sforzo combinato di pazienti e operatori sanitari professionali nel ridurre il consumo di sodio. ( Xagena_2011 )
Slagman MC et al, BMJ 2011; 343: d4366
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