Studio CVD-REAL: più basso rischio di insufficienza cardiaca e di mortalità nei pazienti trattati con inibitori di SGLT2 rispetto ad altri ipoglicemizzanti
Il diabete mellito di tipo 2 è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e mortalità totale, nonostante l’evoluzione del trattamento.
Lo scompenso cardiaco è una complicanza molto frequente nel diabete di tipo 2 e la sopravvivenza a 5 anni rimane inferiore al 25%.
Nel 2015 Empagliflozin, un inibitori di SGLT2, aveva dimostrato di ridurre la mortalità totale e il rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco nei pazienti diabetici in prevenzione secondaria.
E' stato in seguito valutato se questi benefici venissero confermati anche nella vita reale, e riguardassero anche altri farmaci della stessa classe.
Sono stati arruolati circa 300.000 pazienti affetti da diabete in 6 Paesi ( Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Norvegia, Svezia, Danimarca ) e analizzati i dati.
Utilizzando come metodo statistico il propensity score, è stato possibile ottenere due gruppi molto omogenei, partendo da un numero complessivo di oltre un milione di assistiti.
Di questi soggetti, la metà era in terapia con un farmaco della classe degli inibitori di SGLT2 ( Canagliflozin 53%, Dapagliflozin 42%, Empagliflozin 5% ) e l’altra metà con altri ipoglicemizzanti orali.
L’uso degli inibitori SGLT2 è risultato associato, in maniera statisticamente significativa, a un minore rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco ( hazard ratio, HR=0.61; IC 95% 0.51-0.73; p inferiore a 0.001 ), mortalità per qualsiasi causa ( HR=0.49; IC 95% 0.41-0.57; p inferiore a 0.001 ) ed endpoint combinato ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e mortalità ( HR=0.54; IC 95% 0.48-0.60, p inferiore a 0.001 ), senza significativa eterogeneità tra i Paesi.
I risultati di questo studio, che ha coinvolto diversi Paesi, sembrano confermare anche nella pratica reale giornaliera ( riduzione della mortalità totale del 51% e del rischio di ospedalizzazione del 39% ) gli effetti cardiovascolari protettivi degli inibitori di SGLT2, già ottenuti nello studio clinico randomizzato e controllato, EMPAREG.
Inoltre, i risultati hanno fornito elementi a sostegno di un effetto di classe degli inibitori di SGLT2 che coinvolge anche i pazienti diabetici in prevenzione primaria ( 87% degli arruolati non aveva manifestato eventi cardiovascolari ). ( Xagena_2017 )
Fonte: Circulation, 2017
Xagena_Medicina_2017